News EllePì – Noi, Robot (?): Un EduGame EllePì per giocare (e riflettere) su robot e lavoro   

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Perché un gioco dedicato ai robot?

Nella giornata di mercoledì 28 marzo, le classi prime e seconde della scuola secondaria di primo grado di Offida si sono date il consueto e, ormai, tanto atteso appuntamento con l’EduGame realizzato dalla Fondazione Lavoroperlapersona.

Le quattro classi coinvolte (per un totale di cento studenti con età compresa tra i dodici e i tredici anni) hanno avuto modo di conoscere, approfondire e giocare con una delle tematiche più complesse e dibattute dell’attualità: il rapporto tra robot, umano e lavoro. Un tema che la Fondazione ha messo a sistema nel corso del 2018, approfondendone il profilo etico, educativo, occupazionale, manageriale e di giustizia sociale. La Fondazione ha già dedicato al tema due Incontri EllePì nella città di Roma: il primo dal titolo Far fiore l’umano nell’economia e nel lavoro: le sfide dell’innovazione tecnologica e il secondo dal titolo Industria 4.0 e occupazione: più o meno lavoro? di cui è possibile leggere un ampio resoconto. 

In questo caso, l’obiettivo della Fondazione – condiviso con il corpo docente della scuola – è stato quello di far riflettere gli allievi sulle trasformazioni della società nell’epoca della quarta rivoluzione industriale. Il coinvolgimento delle nuove generazioni, in questo dialogo “generativo” con la tecnologia, risulta fondamentale e di forte valenza sociale: utilizzando il linguaggio disteso e semplice del gioco, l’attività ha lasciato emergere il loro punto di vista sull’attualità, le loro aspettative per il futuro, i loro desideri e le loro esigenze ma anche le loro paure e le loro perplessità. Un’esperienza che ha regalato ai docenti della scuola e agli educatori della Fondazione spunti di riflessione davvero significativi.

 

Da dove abbiamo iniziato

La mattinata si è aperta con una prima fase d’aula in cui gli educatori della Fondazione si sono presentati ai ragazzi e alle ragazze delle differenti classi. Questa prima parte è stata davvero ricca sia dal punto di vista delle interazioni sociali – con riferimento alle dinamiche di gruppo, alle caratteristiche dei singoli soggetti, alla comunicazione, alle relazioni tra pari – sia per la sorprendente individuazione di conoscenze pregresse in merito alla robotica, al suo utilizzo e alle problematiche cha da essa potrebbero scaturire.

Gli educatori hanno attivato un dialogo con tutti gli allievi, riuscendo a coinvolgere anche i più timidi e creando un contesto fertile per problematizzare la complessa tematica con un approccio dialogico, alimentato da continue domande e rilanci, favoriti dai molti spunti dei ragazzi, senza nessuna risposta pre-confezionata e/o calata dall’alto. A seguire, abbiamo pensato bene di bloccare il nostro flusso di pensieri sintetizzandoli in una parola o in una frase da scrivere su un post-it che ciascun studente poteva posizionare su un cartellone affisso alla lavagna. Vogliamo riportarvi alcune delle frasi o parole che sono state prese in considerazione durante la fase d’aula:

Innovazione / Tecnologia / Futuro / Economia / Lavoro / Aiuto / Sostegno / Intelligenza /     Programmazione / Capacità / Forza / Autonomia

La fase d’aula si è poi conclusa con la creazione di alcune frasi (qualcuno li ha definiti “motti”) per la creazione di un vero e proprio “Manifesto della progettazione dei robot per ragazzi” che sarà poi restituito alla scuola il 6 Giugno, al termine dell’anno scolastico.  

Intelligenza artificiale e questioni

Queste alcune delle domande che sono state affrontate nella discussione in aula: cosa s’intende per intelligenza artificiale? In cosa si differenzia l’intelligenza artificiale da quella umana? Cosa rappresentano gli aggiornamenti dei software? L’uomo ha bisogno di fare aggiornamenti? Come li fa?

Ha suscitato forte interesse il tema della pigrizia e del progressivo abbandono dell’uso di alcune capacità e competenze dell’uomo, un problema che evidenzia, nel contempo, non poca preoccupazione. Una ragazza alza la mano e ci aiuta a capire meglio: “Quando vedo in giro persone che utilizzano Google Maps per viaggiare, ma anche per avere indicazioni semplici, mi chiedo se questo non indebolisca il nostro senso di orientamento”. Sono stati molto dibattuti anche i benefici della innovazione con particolare riguardo all’aiuto e al supporto che i robot possono donare all’uomo sia a causa di difficoltà legate al suo stato di natura (come nel caso di malattie che limitino la deambulazione) sia legate al superamento dei limiti temporali e organizzativi (permettendo di ampliare così il tempo a disposizione)

Da queste riflessioni sono nati altri contenuti che hanno arricchito il manifesto ancora in fieri e che sarà concluso più avanti per essere proposto alla comunità di Offida a settembre, in occasione del VI Seminario Interdisciplinare sull’Accoglienza in programma dal 14 al 16 Settembre dedicato al tema “Persona, Lavoro e Innovazione: con o contro l’economia dei robot?” Qui sotto riportiamo alcuni esempi:

1 – Il futuro migliorerà con i robot

2 – Il lavoro non sarà più faticoso grazie all’aiuto dei robot

3 – I robot aiuteranno l’uomo a superare i propri limiti e a ridurre le diversità

4 – La presenza dei robot potrebbe favorire la pigrizia con la progressiva perdita di capacità e competenze.

Per concludere vi vogliamo riportare il pensiero di una tra le più giovani allieve di dodici anni che mostra una saggezza e una premura inaspettate in merito alla questione dei robot: “Per il futuro non possiamo saperlo, sappiamo solo che per il presente i robot potrebbero essere molto utili. Noi un po’ di timore lo abbiamo ma sappiamo che è un essere programmato da un’altra persona e quindi non dobbiamo avere paura. Poi dipende anche dall’uso che si fa dei robot, se il robot viene programmato per fare del male, bisogna essere prudenti.”

 

Ora si gioca!

Il gioco vero e proprio è iniziato a metà mattinata, all’interno del salone dell’ex convento di San Francesco. I ragazzi di tutte le classi sono stati accompagnati dalle insegnanti e sono stati invitati a posizionarsi in settori differenti in base alla classe.

L’obiettivo di questo secondo momento educativo era costruire un ipotetico robot insieme. Sappiamo benissimo che tutti i robot hanno bisogno di una parte meccanica che fa riferimento alla struttura, una parte estetica che ci indica l’aspetto, una parte celebrale e una parte di interfaccia per poter funzionare.

Facciamo centro con i robot! 

E’ stato questo il primo gioco. Tutti i partecipanti al gruppo della “meccanica” una volta disposti in fila indiana dovevano correre dall’altro lato del campo, prendere delle palline da ping-pong disposte a terra e tentare di lanciarle all’interno di bicchieri di plastica di due differenti colori. Quelli bianchi assegnavano 1 punto mentre quelli blu 2.

La pelle nuova del robottone! 

E questo il secondo. I ragazzi della divisione estetica hanno dovuto realizzare una copertura per il proprio robot con fogli di giornale e scotch. Una volta partito il tempo si sono organizzati al meglio per coprirsi come mummie vicendevolmente, monitorando il tempo a disposizione e evitando strappi e rotture dei fogli. Una volta completato il lavoro di “vestizione” dovevano attraversare il campo senza rompere la delicata pelle fatta di fogli di quotidiani.

Usa la testa… per la testa del robot! 

Questo il terzo gioco. I ragazzi della divisione “celebrale” avevano il compito di portare da un lato all’altro del campo una palla aiutandosi soltanto con la propria testa. Si sono creati gruppi super collaborativi per raggiungere l’obiettivo. Teste unite in vista del traguardo!

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Il quarto gioco ha riguardato la comunicazione: il gruppo “interfaccia” doveva scegliere un partecipante del gruppo da far sedere al centro, su una sedia. Questo aveva la responsabilità di comunicare una lista di parole ai suoi compagni che dovevano poi occuparsi di correre dall’altro lato del campo e comunicarlo a un giudice. Chiaramente questo gioco è stato molto difficile ma anche divertente proprio perché il partecipante preposto alla divulgazione della parola era ostacolato nella dizione da un divaricatore dentale.

 

Il gioco finale, dal titolo “i robot sanno quello che metteremo nel loro cuore e nella loro testa”, è stata una sfida all’ultimo secondo che ha visto i ragazzi di ogni classe superare diverse prove consecutive. La prima era quella di recuperare – nel mentre di un’affannosa corsa – un post-it proveniente da un cartellone esposto delle altre classi, superare poi una fitta ragnatela realizzata con nastro da cantiere, saltare dei tavoli e raggiungere la nuova postazione dei propri post-it dall’altra parte del salone dell’ex Convento di San Francesco. Una corsa sfrenata contro il tempo, dove i ragazzi hanno dimostrato caparbietà, rispetto delle regole e, chiaramente, tanta voglia di vincere.

È stato bello vedere come un tema così difficile sia stato reso fruibile a giovanissimi a come sia stato approfondito, affrontato e dipanato in mille aspetti oltre che vissuto in pieno attraverso il gioco. Un ringraziamento speciale va infine alle insegnanti che hanno partecipato e attivamente contribuito a questo percorso educativo proposto dalla Fondazione Lavoroperlapersona.

 

 

Sara D’Angelo è laureata in Storia dell’Arte, musicista e attualmente Phd student in Psychology and Communication presso l’Università degli Studi di Macerata con un progetto di ricerca che vuole avvicinare i bambini al mondo dell’Opera Lirica attraverso la narrazione e lo storytelling. Collabora dal 2012 con la Fondazione Lavoroperlapersona come educatrice e project manager di Ensemble: laboratori musicali per educare le nuove generazione all’ascolto e trasformare questa semplice azione in una pratica virtuosa che è alla base di ogni collaborazione e convivenza.

 

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