#Blog EllePì – Racconti da un carnevale a distanza

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Chi vuol esser lieto sia! Di doman non v’è certezza”. Versi del Magnifico che oggi risuonano ancor più veri. Porre al centro la persona nell’economia e nel lavoro, garantendone il ben-essere e il ben fare, valorizzare i talenti e le aspirazioni di ognuno, a vantaggio dello sviluppo della comunità, si tramanda anche nei riti carnascialeschi che coinvolgono i cittadini di un intero territorio. Un esempio di identità culturale e dialogo intergenerazionale, di trasmissione di saperi che si esprime con forza nel Carnevale Storico di uno dei borghi più belli d’Italia, Offida.

Un Carnevale Storico vissuto a distanza è stato celebrato nell’omaggio che la Fondazione Lavoroperlapersona ha voluto tributargli, con il patrocinio del comune di Offida. Due incontri online, che si sono svolti il 10 e il 15 febbraio 2021, dedicati sia al valore culturale del rito sia all’impatto economico tramandato e reinterpretato nel gesto della festa. “Abbiamo rivissuto un po’ l’emozione del carnevale – ha commentato l’assessore Isabella Bosanonei i video, nelle curiosità che non tutti conoscono, ma anche nei racconti personali. Si legge il nostro spirito”.

Attraverso il dispositivo ludico, è stato costruito un viaggio simbolico alla scoperta di gemme preziose su un percorso che evoca le tappe del Bove finto. Piccoli e adulti hanno condiviso aneddoti personali, storie, contenuti, colorando di emozioni i temi trattati. Il tutto nella modalità inedita e necessaria della connessione da remoto. Una curiosità fra tante è legata ai LaDiMAS gestiti dalla Fondazione (Laboratori didattici museo Aldo Sergiacomi): fu Sergiacomi che disegnò il volto del Bove dedicato ai piccoli, negli anni ’80.

Un segno distintivo emerso dal confronto tra le diverse persone intervenute è la volontà di valorizzare i rapporti amicali, già ravvisati nella strutturazione dei gruppi mascherati e delle congreghe: “In famiglia -racconta una partecipante – ci hanno trasmesso la serenità, la voglia di stare insieme e di consolidare i legami. E noi facciamo lo stesso con i nostri figli”.

Particolare attenzione è sempre stata data alla fragilità. Nella sua corsa, infatti, il Bove tradizionalmente si ferma a salutare gli ospiti delle strutture sanitarie presenti nella cittadina. “Uno degli appuntamenti fissi del martedì grasso – ha raccontato nel suo intervento online Tiziano Di Girolamo, componente del gruppo degli Scozzesi – è la visita che facciamo al Bergalucci per suonare per gli ospiti”. Attenzione all’altro, quindi, e accoglienza nell’apertura delle porte di casa al visitatore, contraddistinguono la convivialità del periodo. “Le porte della mia casa sono sempre aperte, sia nel giorno del Bove finto sia a Carnevale – ha aggiunto un partecipante – e tutti gli amici che hanno voglia di festeggiare, anche quelli lontani, hanno questa tappa a disposizione. Per l’ospitalità”.

Le restrizioni dovute alla pandemia hanno limitato i festeggiamenti, incidendo sul lavoro e l’economia che ruota intorno alle giornate di celebrazione e, a maggior ragione, sullo stato d’animo di quanti, cittadini e turisti, tradizionalmente partecipano. Pranzi e cene e balli e canti si sono fermati per permettere alla comunità di salvaguardarsi dal contagio: “Una perdita in termini di fatturato – denuncia un commerciante intervistato per l’evento online – che ci coinvolge tutti: dalle sarte, ai ristoratori, fino a noi commercianti al dettaglio. Non abbiamo effettuato ordini che negli anni scorsi erano linfa vitale per tutto l’indotto”.

Nel clima di attesa per un futuro dove ritrovarsi nella piazza e tornare a vivere il periodo “grasso”, opulento, il Carnevale è stato salutato tentando di rielaborarne serenamente le caratteristiche, perché, come dicono i cittadini di Offida, il carnevale è uno stato d’animo.


Sonia Palermo è pedagogista e Educational Program Manager della Fondazione Lavoroperlapersona. Nel suo percorso professionale, diverse sono le partecipazioni con enti pubblici e privati nella progettazione e realizzazione di laboratori, eventi culturali e convegni legati ai temi del lavoro, del gioco e della giocoleria. Per alcuni anni ha collaborato con il quotidiano “Il messaggero” con articoli di cronaca, cultura e spettacolo. Il suo principale interesse è nella pedagogia del lavoro

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