IX Seminario interdisciplinare sull’accoglienza “In equilibrio precario”: il secondo giorno
“Avevo capito che la conferenza fosse in inglese, menomale perché quando parlo in inglese non capisco cosa dico”. L’ironia di Mauro Gallegati – docente all’Università Politecnica delle Marche – apre la seconda giornata del IX Seminario interdisciplinare sull’Accoglienza della Fondazione Lavoroperlapersona ETS. Il tema è “La crescita: può essere un fine in sé? Come riconciliare economia e benessere?“. Gallegati non fa sconti: non serve più mercato, né un altro modello, bisogna cambiare l’impostazione del capitalismo perché oggi non comprende la sostenibilità, alla base non solo del buonsenso ma, per esempio, anche della termodinamica. “La mano invisibile del filosofo scozzese Adam Smith è una bufala, la crescita economica non è governata da spinte sociali, ma ha acuito alle disuguaglianze”. E continua: “Odio poi parlare di crescita, cosa vuol dire crescita? La misuriamo col PIL, che è un indicatore di breve periodo, dovremmo misurarla prendendo a esempio il benessere, che è un indicatore di di lungo periodo”.
Di BIL – Benessere Interno Lordo – parla Luciana delle Donne, esempio virtuoso di impresa a livello mondiale e amica della Fondazione dagli inizi. Ripercorre nel suo intervento l’esperienza di Made in Carcere, dopo il doloroso incendio della sartoria nel carcere di Lecce, da dove era partito tutto, lo scorso luglio. “Il mio sogno è creare un carcere senza sbarre, dove crescere interiormente e senza dimenticare cura e accoglienza: dobbiamo dimostrare che è possibile ripensare il carcere e la pena. Bellezza ed eleganza possono entrare anche in un contesto scomodo come il carcere, per poter riabilitare la vita e la dignità di chi è dentro, ma anche di chi è fuori, come la famiglia e i figli dei carcerati”. Parla non agli ultimi, ma agli scomodi, e gli oggetti che escono dalle sartorie hanno una storia potente dentro di sé. Sono i gadget Made in Carcere – Officina Creativa realizzati nelle carceri di Lecce, Trani, Taranto, Matera e Bari. “È importante ascoltare davvero i giovani, non solo dire che li si ascolta. Bisogna capire cosa intendono davvero. Dicono che vogliono crescere ma forse non parlano di crescita di carriera ma di qualcosa interiore”.
I lavori proseguono con i gruppi di lavoro, al centro il tema dell’interesse all’interno delle grandi organizzazioni che si occupano troppo di Pil e troppo poco di persone, che devono essere valorizzare rispetto a quello che sono e non a quello che devono produrre. Ornella Chinotti fa il punto: “Ognuno di noi può fare qualcosa. Forse serve un po’ di rivoluzione personale e un po’ evoluzione di quella che è la nostra cultura attuale”.
Si prosegue poi con la lecture di Sandro Calvani. consulente senior per la pianificazione strategica presso la Mae Fah Luang Foundation, a Bangkok, Thailandia. Calvani parla di utopia, sanità, lavoro e politica, ricordando che le disuguaglianze sono il frutto di azioni precise. “Se prendiamo tutte le distopie del mondo, tutte le situazioni di disuguaglianza, vediamo che sono risolvibili prendendo a esempio i dritti umani. L’obiettivo è provocatorio: la parità dei dispari”, apre. E continua: “Recuperiamo la filonomia e la sua regola d’oro, che Confucio disse 500 anni prima di Gesù: ‘Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te’. A 80 anni dalla dichiarazione dei diritti umani dobbiamo riconoscere che le disuguaglianze sociali ed economiche hanno cambiato estremamente lo stare insieme tra persone, mettendo in seria difficoltà il sistema delle tre T: Truth (verità), Trust (fiducia) e Tenderness (tenerezza)”. Calvani è preoccupato – e anche arrabbiato – per via del panorama politico che ci circonda oggi: “Vediamo poi pericolose obiezioni all’egualitarismo, ad esempio ci sono leader mondiali che possono dire: “Dubito che libertà e democrazia diano compatibili”. Sono segnali che non possono essere ignorati, continua Calvani, perché c’è un beyond state, una rete di potenti che possiede il monopolio di gran parte del mondo, e la cosa bella è che lo sanno tutti e sono sotto gli occhi di tutti: “Sono Facebook, Apple, Paypal, Microsoft, Google, Amazon e coì via. Soprattutto è pericolosa la pretesa di meritocrazia, non considerando che i punti di partenza sono diversi, allora cosa vuol dire merito?”.
Pare proseguire il discorso Roberto Barbieri, direttore di Oxfam Italia. Parole d’ordine dell’intervento: disuguaglianze povertà. “Dieci anni fa, per spiegare le disuguaglianze al World Economic Forum, portammo l’immagine di un pullman a due piani, di quelli che girano per le città per fare i tour e dentro entrano 80 persone. Oggi quel pullman è diventato un van da dieci posti. Almeno in questi anni è scomparso il negazionismo e ora tutte le forze politiche sono concordi nel dire che c’è una connessione tra povertà e disuguaglianza sociale”. Prosegue presentando i lavori dei progetti che Oxfam porta avanti con grandi aziende e multinazionali per migliorare la sostenibilità fuori dal fenomeno del greenwashing, qui si fa sul serio. Ecco quindi i poco incoraggianti risultati di Oxfam Inequality Framework 2024: cosa ne esce? “Solo 5% imprese americane ha la minum wadge, i manager sono più ricchi e le emissioni aumentate del 3% rispetto all’anno scorso”. Barbieri ci lascia con delle questioni, finestre aperte per ragionare, e chiede: “Quale apporto le imprese danno alle disuguaglianze? Dobbiamo realizzare che i luoghi di lavoro non sono imparziali in questo gioco, e dobbiamo apprendere ad avere una visione olisitica dell’influenza del settore privato sulla povertà mondiale. Cioè, effetti o impatti negativi non si compensano, non è possibile dire che, sì, inquino, ma faccio beneficenza green e allora faccio un’opera buona. Più e Più non fa meno in questo caso, è un approccio che va combattuto”, e chiude ricordando della petizione europea lanciata da Oxfam per tassare gli extraprofitti dei super ricchi.
La giornata si conclude con lo sport: prima con l’intervento di Riccardo Meloni, direttore Risorse umane di Sport e Salute SPA, realtà istituzionale che ogni anno eroga un miliardo alle associazioni sportive e 20 milioni per portare lo sport nelle scuole elementari di tutta Italia. Con il progetto dell’impianto sportivo di Caivano, da loro realizzato, hanno offerto oltre 100 posti di lavoro e tolto un milione di euro al giorno alla piazza di spaccio. Questi sono i numeri di una realtà che ha ridato speranza e fiducia nel futuro ai giovani di un territorio per troppo tempo ricordato solo per i violenti fatti di cronaca. Infine, gradita ospite è stata la squadra neopromossa in Lega PRO di pallavolo maschile della Yuasa Battery, presente al Seminario con il sindaco di Grottazzolina, Massimiliano Ortenzi – coach della squadra – e alcuni rappresentanti della dirigenza e dei giocatori. In questo caso, il racconto video di Giovanni Panozzo ci ha fatto apprezzare l’importanza e il valore che lo sport può offrire una piccola cittadina che – con perseveranza ed umiltà – ha raggiunto un traguardo sportivo davvero difficile da immaginare.