#BlogEllePì – Relazioni, economia e felicità: il progetto Palermitano di «Danisinni»

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Il termine “sostenibilità” è oramai divenuto di uso comune, specie nel vocabolario post pandemico. Eppure, non è sufficiente allontanarsi dalle logiche capitalistiche per dirsi sostenibili, tanto più se la sostenibilità cui si vorrebbe tendere è di tipo integrale. Infatti, quando parliamo di sostenibilità integrale, non ci riferiamo solo alla sostenibilità economica o ambientale, non ci riferiamo solo ai beni comuni, ma anche ai beni relazionali, i quali giocano un ruolo cruciale che spesso viene sottovalutato o, peggio ancora, ignorato. Un ruolo che potrebbe anche aiutarci a legare finalmente insieme crescita economica e aumento della felicità, scongiurando quel paradosso secondo cui all’aumentare del reddito – e quindi del benessere economico – la felicità umana aumenti fino a un certo punto, salvo poi diminuire bruscamente verso il basso.

Siamo dunque felici di ospitare sul nostro blog la riflessione di Francesca Varia – ricercatrice del CREA – Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia – che ha recentemente partecipato al webinar Beni relazionali e sostenibilità: un legame da rendere evidente e che ci offre la possibilità di riflettere sui beni relazionali come antidoto al paradosso che vede distanti benessere economico e felicità. Infatti, secondo l’economista britannico Andrew Oswald “Le questioni economiche importano solo nella misura in cui rendono le persone più felici”. Nella nostra società è possibile mantenere una dimensione “umana” assicurando a ogni individuo una giusta combinazione di beni economici e di beni relazionali, secondo i suoi bisogni ma anche i suoi desideri. Sarebbe un’ipocrisia omettere il fatto che la maggior parte della popolazione si trova soggetta a infelicità perché in condizioni economiche difficili, se non in povertà. Tuttavia, sappiamo che il godimento di beni relazionali è correlato con la felicità perché arricchiscono l’animo umano.

Uno degli spazi di sperimentazione socio-emozionale da poter indagare è Danisinni”, un cortile, un borgo, una fattoria nel cuore di Palermo. Danisinni è un rione popolare con una lunga storia di abbandono e di emarginazione, accessibile solo da una via, caratteristica che nella storia ha contribuito alla sua marginalizzazione. Qui nel Natale del 1956 Danilo Dolci, sociologo e attivista del novecento, scese in protesta contro l’estrema povertà degli abitanti. Oggi il quartiere è una vera e propria fucina di progetti di rigenerazione urbana e umana, che ruotano attorno ai frati cappuccini della parrocchia Sant’Agnese, nonché alle diverse realtà di gruppi parrocchiali e associazioni che condividono valori e obiettivi, e una carta etica, secondo i quali nel processo di rigenerazione umana e urbana vanno tessuti legami di comunità con il pieno coinvolgimento delle persone del quartiere. Tutto è cominciato circa 7 anni fa, dal recupero dei terreni di una professoressa dell’accademia di belle arti, fertilissimi, occupati abusivamente e poi dati in comodato d’uso alla comunità, permettendo di creare la fattoria sociale e l’orto didattico. Con il progetto artistico partecipativo “Rambla Papireto” e la raccolta crowdfunding “Danisinni Circus” si diede quindi vita a laboratori di street art e di arti circensi e giocoleria, un presidio artistico che nel corso degli anni è divenuto permanente.

Secondo la guida Lonely Planet il fulcro di Danisinni “è la fattoria urbana, con tanto di orti, asinelli e animali da cortile, cui è annesso un ostello sociale per i viaggiatori che vogliono creare una relazione con la gente del posto e che apprezzano il vantaggio di soggiornare in un contesto rurale, pur restando vicinissimi al centro (…) Lo spazio include anche un tendone da circo dove le compagnie teatrali accolte nella residenza per artisti mettono in scena i loro spettacoli”. Chi non pernotta nelle camere arredate con il progetto “Risvegliarsi a Danisinni” può comunque partecipare alle diverse iniziative e assaggi delle ricette della cucina sociale e solidale “I sapori di Danisinni” oppure prendere in prestito in biblioteca un libro che può comodamente leggere presso una delle isole di lettura installate nella fattoria.

E ancora il Museo Sociale Danisinni – Mu.S.Da., con oltre 150 opere d’arte donate da artisti di tutto il mondo, rappresenta la prima collezione di scrittura asemica, calligrammi e poesia visiva in Sicilia; organizza e cura mostre, promuove eventi artistici e culturali, laboratori, attività destinate ai cittadini, che si irraggiano alle stradine vicine con opere murali di artisti di livello internazionale. Altri progetti, come il DanisinniLab, laboratorio teatrale di comunità, il Circo Sociale “Chapitô e il Coro “Danisinni” arricchiscono con le loro attività uno spazio di relazione e di ricerca artistica, di incontro, d’immaginazione, di memorie condivise, di riflessione su tematiche sociali molto forti, lavorando non solo per il quartiere ma anche per tutta la città, con innumerevoli collaborazioni con le istituzioni e la società civile.

Chiaramente non mancano gli spazi di assistenza alle famiglie e all’infanzia: dedicata ai più piccini vi è l’esperienza di educazione genitoriale “Un villaggio per crescere”, dove i genitori possono confrontarsi tra loro o con dei professionisti. Inoltre, è stato ampliato il poliambulatorio parrocchiale e il centro di sostegno psicologico della comunità educante, oltre a un’area di accoglienza di ospiti in situazioni di emergenza, uno spazio ludico e, da quest’anno, il Parco ZooFattoria Circolare e l’Emporio Ecosolidale, quali punti di ritrovo e incontro per coloro che sono interessati alle tematiche della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’agricoltura biologica. Da ultimo è stato avviato il percorso “Villaggio circolare”, volto a offrire opportunità occupazionali in alternativa a manovalanza di natura malavitosa. Una volta che entrati nella dimensione “Danisinni” non te ne potrai più distaccare. A Danisinni non esiste lo sconforto, non esiste la solitudine, la parola “generosità” fa sempre coppia con “gratitudine”; e questa è già felicità.


Francesca Varia è Ricercatrice del CREA – Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia. Membro eletto del Comitato Scientifico per il quadriennio 2022-2026 si occupa di sviluppare analisi conoscitive e interpretative delle dinamiche economiche e sociali relative al settore agroalimentare, forestale e della pesca. Le analisi sull’andamento del sistema agroalimentare, gli approfondimenti di taglio settoriale e le analisi del funzionamento delle filiere costituiscono la principale attività istituzionale.

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