#Webinar EllePì – Beni relazionali e sostenibilità: un legame da rendere evidente – 16 novembre – ore 17:00
Il termine “sostenibilità” è oramai divenuto di uso comune, specie nel vocabolario post pandemico. Eppure, non è sufficiente allontanarsi dalle logiche capitalistiche per dirsi sostenibili, tanto più se la sostenibilità cui si vorrebbe tendere è di tipo integrale. Infatti, quando parliamo di sostenibilità integrale, non ci riferiamo solo alla sostenibilità economica o ambientale, non ci riferiamo solo ai beni comuni, ma anche ai beni relazionali, i quali giocano un ruolo cruciale che spesso viene sottovalutato o, peggio ancora, ignorato. Un ruolo che potrebbe anche aiutarci a legare finalmente insieme crescita economica e aumento della felicità, scongiurando quel paradosso secondo cui all’aumentare del reddito – e quindi del benessere economico – la felicità umana aumenti fino a un certo punto, salvo poi diminuire bruscamente verso il basso.
In questo senso, allora, i beni relazionali sono fondamentali per garantire una ripresa sostenibile, integrale e generativa del nostro Paese: sono in grado di allargare il perimetro dell’economia e qualificarlo grazie al loro potere coesivo ed inclusivo. Una evidenza confermata anche dal contributo che, progressivamente, il Terzo settore sta dando al nostro Paese, un contributo pari ad 80 miliardi di euro, ovvero il 5% del PIL. Infatti, come ricorda Paolo Venturi, “solidarietà e sostenibilità hanno dimostrato di essere due facce della stessa medaglia rilanciando quella visione di sviluppo che oltre a prevedere la sostenibilità economica, sociale e ambientale, include anche quella umana o per meglio dire la “fioritura della persona”. I beni relazionali sono, dunque, presupposto indispensabile della sostenibilità integrale, la quale come spiega il presidente Gabrielli “richiede un nuovo sguardo sul mondo e sull’economia; soprattutto uno sguardo nuovo rispetto al “posto” che l’impresa ha nella società. Il tradizionale impianto strategico ed operativo dell’organizzazione va così ripensato e rigenerato. Per farlo serve una mentalità nuova. Occorre un nuovo mindset per attivare, guidare, implementare la trasformazione radicale richiesta e accompagnare la transizione”.
Pertanto, in virtù di un evidente ruolo cruciale giocato dai beni relazionali nel ridisegnare il tessuto socio economico del nostro paese alla luce di una sostenibilità autenticamente integrale, è importante chiedersi: in che misura la pandemia da Covid – 19 ha messo in luce la centralità dei beni relazionali? In che modo il Terzo settore può avere un ruolo cruciale nella rigenerazione della comunità e nella crescita sostenibile del nostro Paese? Una sostenibilità non integrale, può dirsi sostenibile? I beni relazionali possono rappresentare un antidoto al paradosso che vede distanti benessere economico e felicità?
Se è vero che in questo nuovo periodo storico sarà un approccio sostenibile a guidare economia, finanza e società, allora è al bene relazionale e alla sua valorizzazione che bisognerà guardare, per abbracciare una innovazione culturale che generi nuova ricchezza, fondata sui concetti di fiducia, dono, inclusività, relazione e felicità.
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