#Webinar EllePì – Educare coltivando futuro: come contrastare la povertà educativa?

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La pandemia da COVID-19 ha portato con sé la chiusura delle scuole e delle attività produttive con conseguente perdita o precarizzazione del lavoro ed incremento della povertà materiale, la quale ha contribuito enormemente al diffondersi di una allarmante povertà educativa, definita come “la privazione da parte dei bambini e degli adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”.

Il nesso tra povertà economica ed educativa è molto forte: a causa di difficili condizioni economiche molte bambine, bambini, ragazze e ragazzi non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei in situazioni economiche migliori, con un profondo impatto al ribasso sulle loro aspirazioni e possibilità. Secondo lo studio di Save the Children “Povertà educativa: necessario un cambio di passo nelle politiche di contrasto” pubblicato nel 2022, in Italia, sono 1.300.000 i bambini che vivono in povertà assoluta, un minore su quattro è a rischio di povertà ed esclusione sociale ed il 13% dei giovani maggiorenni lasciano prematuramente gli studi, con una impennata nelle regioni meridionali. L’impatto sociale e culturale di questi dati? Tra il 2019 e il 2020, il 67,6% dei giovani non è mai andato a teatro, il 62,85% non ha mai visitato un sito archeologico, il 49,9% non ha visitato mostre e musei, il 48,1% non ha mai letto un libro extrascolastico ed il 22% dei minori tra i 3 e i 17 anni non ha praticato alcuno sport né attività fisica.

Quali sono le ragioni che posso spiegare questi dati allarmanti? Senza dubbio il gravoso impatto economico della pandemia, ma anche le scarse risorse educative, metodi antiquati ed inefficaci nel motivare i giovani ed esaltare le loro risorse e i loro talenti; una didattica digitale mutata nella forma ma non nel metodo in cui viene proposta e l’assenza di strumenti di welfare volti a sostenere i bisogni materiali primari degli studenti. Abbiamo, dunque, a che fare con un’importane ed evidente “learning loss”: una perdita consistente in termini di sviluppo cognitivo, socio-emozionale e fisico che ha coinvolto soprattutto i minori provenienti da contesti svantaggiati. Senza dubbio, porsi in ascolto dei giovani – di chi autenticamente è stato segnato dalla pandemia – è il primo grande passo per accompagnali verso il loro futuro. Capire che genere di maestri di umanità e di valori siamo stati in questo periodo storico è fondamentale per comprendere come migliorare il nostro sistema educativo. A tal fine, sarà sicuramente utile ridisegnare una didattica e un welfare che sappiano cogliere il potenziale di tutti grazie ad una pedagogia finalmente inclusiva.

Come diminuire le disuguaglianze e limitare l’impatto che la povertà economica ha sulla povertà educativa? Come ridisegnare gli spazi di una pedagogia davvero inclusiva che non lasci indietro nessuno e che sappia prendersi cura del valore di tutti? Di cosa hanno davvero bisogno i ragazzi, troppo spesso abbandonati senza un adeguato orientamento nei confronti del loro futuro personale e professionale?




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