#Webinar EllePì – Il mondo postumano del lavoro. Dati, algoritmi e Intelligenza Artificiale


L’introduzione dell’Intelligenza Artificiale (IA) sta avendo e avrà sempre di più un impatto significativo sul mondo del lavoro, un impatto caratterizzato da una duplice natura. Da un lato, infatti, la potenziale automazione di compiti provocherà inevitabilmente la perdita di alcuni posti di lavoro, soprattutto quelli ripetitivi e di routine; dall’altro, si assisterà alla creazione di nuove opportunità professionali e la trasformazione di quelle esistenti. L’IA, infatti, non solo sostituisce alcune mansioni, ma ne crea di nuove, legate allo sviluppo, all’implementazione, alla manutenzione e alla gestione dei sistemi di IA stessi. Inoltre, l’IA può aumentare la produttività e l’efficienza in diversi settori, migliorando i processi e liberando i lavoratori da compiti gravosi, permettendo loro di concentrarsi su attività più creative e strategiche. Si prevede quindi una polarizzazione del mercato del lavoro, con una maggiore richiesta di competenze specializzate in ambito tecnologico e una necessità di riqualificazione per i lavoratori che vedranno le proprie mansioni trasformate o sostituite. È fondamentale, quindi, una gestione attenta di questa transizione, con investimenti in formazione e politiche che supportino l’adattamento della forza lavoro al nuovo scenario.

La presenza continua e costante dell’intelligenza artificiale, però, potrebbe essere il primo passo verso un mondo “postumano” del lavoro, mondo in cui la persona non è più il protagonista, ma un semplice sussidiario o manutentore. Sarebbe la persona, in questo caso, a farsi ingranaggio della macchina, da cui dipenderebbe in modo incondizionato. Un mondo “postumano”, dunque, in cui l’homo sapiens si è definitivamente lasciato alle spalle l’homo faber trasformandosi in homo technologicus.

Insomma, l’imporsi dell’IA non potrebbe essere l’annuncio di un uomo ormai privato del lavoro e, con esso, delle corrispondenti dimensioni che rendono generativa l’esistenza dell’uomo? L’uomo potrà davvero resistere all’invasione della tecnica o ne rimarrà schiacciato? Il nostro modo di esserci – come uomini, come persone, come lavoratori – sarà svuotato di senso o riusciremo a salvaguardare la nostra identità, senza rinunciare ai risvolti generativi della stessa tecnologia? (PS: il primo paragrafo di questo testo, lo ha scritto la versione 2.0 di Gemini, intelligenza artificiale di Google… gli altri no!).



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