News EllePì – 3a giornata di Seminario: il futuro del lavoro visto dai giovani, l’informazione oggi e l’Umanesimo ; il mix da cui ripartire

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I giovani di oggi come vedono il loro futuro nel mondo del lavoro? L’informazione, unita alle tecnologie di oggi, è ancora al servizio del cittadino? L’Umanesimo è ancora attuale e può combinarsi con i continui mutamenti del mondo del lavoro? Esiste un’integrazione tra lato umano e innovazione tecnologica senza che quest’ultima sostituisca la persona? Queste sono alcune delle domande che hanno caratterizzato la terza e ultima giornata della 6^ edizione del Seminario “Persona, Lavoro e Innovazione: con o contro l’economia dei robot?” di Offida, organizzato dalla Fondazione Lavoro per la Persona.

I disegni degli studenti di Offida in mostra

La giornata si è aperta con la visita alla ex Chiesa di San Michele in cui è stato possibile ammirare dei capolavori realizzati dagli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Offida sul tema “Lavoro e innovazione: lo sguardo dei più piccoli“. In mostra sono stati esposti i lavori di ArtLaB (Arte e Lavoro per Bambini) e EllePì Edugame 2018, in cui gli alunni hanno disegnato il concetto di lavoro espresso dal loro punto di vista, specialmente nel rapporto tra bambini e robot.

 

 

Il lavoro visto dai giovani della Generazione Zeta

La prima tematica affrontata è stata “Una nuova generazione alle porte: Generazione Zeta. Valori, motivazioni  atteggiamenti verso il lavoro e l’innovazione”: le professoresse Silvia Profili dell’Università Europea di Roma e Alessia Sammarra dell’Università de L’Aquila hanno presentato i risultati di una ricerca condotta su un campione di 1200 ragazzi che appartengono alla Generazione Zeta, ovvero quella di chi è nato tra il 1996 e il 2010, in riferimento al loro futuro rapporto con il mondo del lavoro. Si tratta della generazione dei nativi digitali, di chi ha il web e Internet come naturale contesto quotidiano. L’indagine ha riguardato studenti di età compresa tra i 18 e i 19 anni e dall’ampia gamma di studi, a partire dal settore scientifico.

“I risultati della ricerca sono molto interessanti: l’86% di loro dà molta importanza alla sicurezza come valore primario, dato che si tratta di una generazione che ha ben poche certezze”, ha spiegato la professoressa Profili. “Non va sottovalutato però che molti di loro ritengono sia necessario avere anche un equilibrio tra lavoro e vita privata”, ha aggiunto. I giovani di oggi non hanno voglia di lavorare? Non è affatto così, secondo la ricerca condotta dalle due professoresse , in quanto il 55% di loro afferma che lavorerebbe in ogni caso, anche se non dovesse averne il bisogno.  La professoressa Sammarra ha messo in evidenza anche che ” la metà degli intervistati è disposto a trasferirsi pur di cogliere un’opportunità di lavoro, mentre una delle loro priorità è collegata alla leadership aziendale: vorrebbero che i datori di lavoro avessero molta attenzione nei loro confronti. Il loro pensiero relativo all’innovazione tecnologica è chiaro: sì alla creazione di nuovi posti di lavoro sfruttando le potenzialità dei nuovi mezzi, ma si sentirebbero a disagio nel lavorare fianco a fianco o nel fare dei colloqui di lavoro con dei robot”, ha sottolineato.

L’innovazione al servizio del cittadino: l’esempio del mondo dell’informazione

Il secondo tema trattato ha riguardato invece il mondo dell’informazione all’interno del contesto attuale, dominato dalle nuove tecnologie e dalle continue innovazioni, come ad esempio nel caso dei social network. A spiegarlo è stato Franco Elisei, presidente dell’Ordine dei Giornalisti delle Marche. “L’innovazione tecnologica nel campo dell’informazione ha portato a una rivoluzione: oggi infatti non si parla più di giornalismo, ma di ‘giornalismi‘. La priorità è sempre più quella di avere e pubblicare una notizia in anticipo rispetto ai concorrenti, ma spesso questo va a compromettere la qualità dell’informazione che si trasmette”, ha spiegato Elisei.

Oggi viviamo nell’epoca del citizen journalism, in cui ogni utente può produrre e diffondere contenuti grazie ai social network. “I vantaggi sono legati alla multimedialità e alla possibilità di interazione tra chi diffonde e chi usufruisce dell’informazione; al tempo stesso però emerge il problema dell’attendibilità, della verificabilità delle notizie”, ha sottolineato Elisei. Un classico esempio sono le fake news, meglio conosciute come “bufale”: si tratta di notizie false, inventate, che però sono molto difficili da “combattere”. “La verifica dell’attendibilità di una notizia non è semplice, anche pensando al caso delle ‘post – verità‘, cioè notizie che vanno a colpire il lato emotivo degli utenti e per questo molto efficaci”, ha detto il presidente dell’Ordine dei giornalisti regionale. “Ecco quindi che è necessario avere dei professionisti dell’informazione che ne certifichino la qualità. Questa oggi è la responsabilità più grande per un giornalista”, ha concluso.

“L’Umanesimo che innova”: la lectio magistralis del rettore Francesco Adornato

Il Rettore dell’Università di Macerata Francesco Adornato è intervenuto per una lectio magistralis sul tema “L’Umanesimo che innova”: “L’Umanesimo tiene insieme i diversi punti di vista, semplifica la complessità. Il sapere umanistico ha familiarità con la vita“, è stata la sua introduzione. Adornato ha poi spiegato che l’innovazione tecnologica accelera il campo dell’umano e che esiste una visione plurale dei processi innovativi. “La terza rivoluzione industriale sta arrivando alla fine e andiamo verso l’Industria 4.0, con il ruolo determinante della tecnologia, si tratta cioè di una sfida culturale e non solo tecnologica. La tecnologia non dovrà rimpiazzare l’uomo ma aiutarlo nei luoghi di lavoro“.

No alle chiusure e al rifiuto categorico, perché ogni giorno “abbiamo bisogno di contaminarci, dato che il passato è la memoria del futuro“, ha evidenziato. La sua conclusione è stata piena di significato, nel passaggio in cui ha affermato che “l’Umanesimo è tornato attuale, come molto attuale è anche il problema della condizione umana. Un rapporto tra passato e futuro: per l’uomo è fondamentale saper anticipare il futuro”, ha spiegato il Rettore dell’ateneo maceratese che prima di concludere la sua lectio magistralis ha citato anche il filosofo tedesco Carl Schmitt parlando di come “la paura umana del nuovo spesso è grande quanto quella del vuoto. Molti vedono disordine privo di senso ma in realtà un nuovo senso lotta per il suo ordinamento. Nulla è ostile all’uomo, dato che anche nella lotta più accanita nascono giuste misure e sensate proporzioni”.

 

Gabriele Gabrielli (Presidente Fondazione): “Grazie a tutti, sempre aperti a nuove domande”

La tre giorni si è chiusa con l’intervento di Gabriele Gabrielli, presidente della Fondazione Lavoro per la Persona che ha ringraziato l’Amministrazione comunale di Offida, il sindaco Valerio Lucciarini De Vincenzi, i relatori, il team di accoglienza, la giornalista del Gruppo Sole 24 Ore Maria Cristina Origlia che ha condotto la tavola rotonda del sabato, oltre a Francesca Zaccaro e Giorgio Tintino per l’organizzazione del seminario.

“Chiudo con emozione queste tre giornate. È stato un seminario di domande arricchite da molti interventi, sempre aperti a nuovi aspetti. La distribuzione della ricchezza, legata dalle innovazioni tecnologiche non avviene nel modo in cui i bambini di ArtLaB pensano al concetto di uguaglianza. Il mondo infatti continua a spaccarsi tra chi sta sempre meglio e chi rischia di non stare bene”, ha detto Gabrielli.

Il riferimento ai bellissimi disegni realizzati dai ragazzi è chiaro, ed è spiegato con parole molto efficaci: “Vorremmo che i robot non aumentino le disuguaglianze tra le persone, vorremmo che i robot non ci tolgano la gioia di fare le cose, vorremmo che i robot ci lascino liberi di essere imperfetti, perché essere imperfetti è bello”.

 

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