#Blog EllePì – Diritti animali, tra violazioni e nuove consapevolezze

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Non bastano nuove leggi per tutelare gli animali da maltrattamenti e morte, serve una nuova mentalità. Ne abbiamo parlato con Anna Ravaschietto, vincitrice del Premio Solesin 2019 indetto dalla Fondazione Lavoroperlapersona, con una tesi magistrale intitolata “L’etica animale: la voce della cura diventata un libro pubblicato da Franco Angeli


Partirei da un recente dato diffuso dal WWF: secondo i dati emersi dal rapporto biennale Living Planet Index, in 50 anni oltre due terzi della fauna selvatica mondiale sono stati persi. Come interpreti questo dato?
I dati emersi da questo rapporto sono sicuramente allarmanti. Il venir meno di tanta fauna selvatica significa anzitutto un impoverimento per la biodiversità che può mettere a rischio interi ecosistemi. Ovviamente ciò è preoccupante anche da un punto di vista antropocentrico dal momento che la nostra vita sulla Terra non è svincolata da questi ecosistemi naturali, ma al contrario è connessa alle loro vicende, così come è legata all’evolversi delle condizioni climatiche. È importante inoltre riflettere su come questo trend negativo sia il risultato dell’azione umana nel tempo (la deforestazione è sicuramente uno degli esempi più lampanti, ma è solo uno di tanti) ed attivarsi per contrastarlo. Quest’azione di contrasto è cruciale che venga dall’alto, ovvero attraverso l’attivazione di politiche mirate a contrastare fenomeni quali il cambiamento climatico e la deforestazione, ma dobbiamo ricordare che sarebbe impensabile senza una spinta dal basso, ovvero attraverso una diffusione della sensibilità su questi temi che passa attraverso le azioni concrete e “il lato sensibile” dei singoli individui.

Un altro dato allarmante sulla scorrettezza dei comportamenti dell’uomo è quello che emerge dal rapporto Zoomafia 2020 della Lav da cui emerge che in Sicilia ogni 7 ore c’è una persona indagata per maltrattamenti agli animali. In base ai tuoi studi, perché non si riesce a sradicare il fenomeno della violenza contro quelli che nel tuo libro definisci “animali non umani”?
Il rapporto Zoomafia 2020 fotografa la triste realtà dei maltrattamenti sugli animali non umani e ci dice che pratiche crudeli come i maltrattamenti e le uccisioni di animali (spesso finalizzate a macellazioni clandestine), i combattimenti tra cani e gli abbandoni sono all’ordine del giorno in una regione come la Sicilia. Si tratta ovviamente di un dato preoccupante che evidenzia quanto sia ancora drammaticamente diffusa la cultura della violenza. Va anche detto però che lo stesso tragico dato può essere guardato da un’angolazione che fa emergere qualcosa di positivo: il fatto che vi siano generalmente sempre più denunce che riguardano i maltrattamenti sugli animali non umani fa infatti sperare che si stia diffondendo una maggiore sensibilità su questi temi, sensibilità che ci porta dunque a denunciare le situazioni di violenza.

La pandemia ha fatto emergere molte situazioni di fragilità nel Paese e molti animali sono stati abbandonati. Perché?
Una certa retorica ci ha ripetuto durante la pandemia che saremmo diventati più buoni ed altruisti proprio in virtù della particolare condizione di fragilità in cui ci siamo trovati. D’altra parte abbiamo presto letto sui giornali della spaventosa corsa alle armi da fuoco da parte degli Americani, abbiamo visto prima guardare con sospetto le persone dai tratti asiatici e poi additare gli immigrati come untori e, tra le altre cose, molti animali domestici sono stati – irragionevolmente e insensibilmente – abbandonati dai loro padroni, probabilmente a causa del diffondersi di fake news che li volevano portatori del Covid-19. Sicuramente in questi mesi si è ricorsi troppo spesso alla logica del capro espiatorio e troppo spesso una nell’accoglimento da parte di alcuni di inaccettabili istanze retrograde.

Puoi spiegarci brevemente il concetto di etica animale di cui parli nella tua tesi magistrale vincitrice del Premio Solesin 2019 indetto dalla Fondazione Lavoroperlapersona diventata un libro intitolato “L’etica animale: la voce della cura”?
Nel mio libro cerco di articolare un discorso di etica animale che parta dalle relazioni che intratteniamo con gli animali non umani e con gli altri più in generale. In particolare, si tratta di una concezione di etica animale che dialoga con le nozioni di cura, di sensibilità e di interdipendenza e che ci invita ad estendere continuamente il nostro ascolto ai bisogni degli altri. Pensare all’etica animale in termini relazionali e sentimentali ci spinge anzitutto a riconoscere gli animali non umani come soggetti con cui noi intratteniamo le più disparate relazioni, non come soggetti la cui storia è completamente svincolata da noi, né tanto meno come oggetti.

Rivolgendoti ai lettori più giovani, qual è secondo te il corretto comportamento da tenere nei confronti degli animali domestici?
Direi che il rapporto cui dobbiamo tendere con i nostri animali domestici non è un rapporto di potere di tipo soggetto-oggetto, ma è un rapporto di relazione tra soggetti che hanno bisogni, esigenze e tratti caratteriali. Penso che riconoscere la soggettività dei nostri animali domestici sia un passo importante che ci può spingere ad includere nel nostro sguardo (morale) altri animali tradizionalmente tagliati fuori dalla nostra sfera d’attenzione.


Asmae Dachan è giornalista professionista e scrittrice italo-siriana, è esperta di Medio Oriente, Siria, Islam, dialogo interreligioso, immigrazione e terrorismo internazionale, iscritta all’Ordine dei Giornalisti delle Marche dal 2010 lavora come freelance per diverse testate nazionali e internazionali. Responsabile Ufficio Stampa Fondazione Lavoroperlapersona.. Attivista per la pace e la non violenza, è stata nominata nel 2013 Ambasciatrice di Pace a vita  dell’Università per la Pace della Svizzera. Il 2 giugno 2019 è stata insignita del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Anna Ravaschietto, da sempre interessata alla “questione animale”, si laurea in Filosofia presso la Sapienza Università di Roma con una tesi che fa dialogare l’etica animale con l’etica della cura. Ospitata in qualità di borsista presso il Collegio Universitario “Lamaro Pozzani” dei Cavalieri del Lavoro, è poi vincitrice della quarta edizione del Premio Valeria Solesin indetto dalla Fondazione Lavoroperlapersona

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