Blog EllePì – Arte e Lavoro come espressione della persona: Aldo Sergiacomi in Piazza

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Che cos’è che lega arte e lavoro? Qual è il filo rosso che unisce questi due aspetti delle nostre vite apparentemente così distanti? Se pensiamo al lavoro solo come mezzo di sostentamento, come contenitore statico in cui non possiamo operare generativamente, l’arte appare come qualcosa agli antipodi. Tuttavia, questo non è il modo in cui la Fondazione Lavoroperlapersona intende il lavoro. Il lavoro è un bene prezioso, attraverso il quale abbiamo la possibilità di esprimere e realizzare noi stessi, di intrecciare legami e trasformare il mondo, così come anche l’arte può farlo.

La Convenzione di Faro, documento internazionale di fondamentale importanza per il mondo del patrimonio culturale – sottoscritta dall’Italia nel 2013 e, purtroppo, non ancora ratificata – ridefinisce il concetto di patrimonio culturale come “insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, […], come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione”. All’art. 8, la stessa convenzione evidenzia la necessità che la nostra eredità culturale sia finalizzata all’arricchimento dei “processi di sviluppo economico, politico, sociale e culturale”. Per questo, lavoro e arte possono contaminarsi in un circolo virtuoso e riportare al centro la persona nel suo ecosistema di relazioni.

È evidente come, nel corso del tempo, ci sia stata una sorta di rivoluzione copernicana nel modo di intendere sia il concetto di lavoro che quello di patrimonio culturale. Uno spostamento dell’attenzione dall’oggetto al soggetto: da patrimonio culturale da conservare a eredità da valorizzare. Perfettamente in linea con queste premesse è stato l’incontro Il Suono delle Forme: ricordando Aldo Sergiacomi musicista e scultore, con il quale la Fondazione prosegue un percorso educativo importante che intreccia arte, territorio e lavoro.

Aldo Sergiacomi è un po’ come le nostre terre, operose e genuine, ma desiderose di valorizzazione e di memoria; la sua arte non si esplicita nell’apparire, ma nella bellezza e nella espressività delle sue figure. La scultura è un’arte paziente che richiede l’uso del corpo, di occhi per osservare e di mani per trasformare la materia, ma soprattutto richiede il coinvolgimento della mente, affinché le mani riescano a tirare fuori quello che nel marmo è solo in potenza. Sergiacomi riusciva a trovare sempre l’equilibrio di questi due aspetti. Utilizzava l’arte come mezzo per sperimentare la profondità delle cose.

Così, in dialogo con la giornalista Asmae Dachan, ha raccontato Sergio Tapia Radic, artista e scultore di origine cilena. Da cinquant’anni nelle Marche, trasportato in Italia dall’amore per Michelangelo e per l’arte del Paese, Radic ha avuto modo di conoscere e apprezzare le opere di Sergiacomi sul territorio. “Sergiacomi era un grande conoscitore dell’anatomia, lo si nota dai particolari. L’anatomia non serve solo a creare una figura che abbia tutti i muscoli, ma anche a dare espressività. Una mano può servire ad accarezzare o colpire, ed è l’artista a scegliere. Le mani di Sergiacomi accarezzavano» dice Radic.

Altro tema importante toccato dallo scultore cileno nel corso del suo intervento è quello dell’arte come consegna: «gli artisti vivono due vite: una in cui loro stessi sono protagonisti e l’altra è quella che lasciano in eredità attraverso le loro opere alle generazioni successive». Possiamo parlare di eredità anche come trasmissione di un mestiere di generazione in generazione. «Le Merlettaie, monumento simbolo della città di Offida, ci raccontano il lavoro da una prospettiva particolare» – dice Gabriele Gabrielli, presidente della Fondazione Lavoroperlapersona – «la prospettiva delle relazioni. Il lavoro crea relazioni e legami tra generazioni e in questo modo diventa eredità. Un incrocio misterioso e straordinario tra presente, passato e futuro».

Ricordare Sergiacomi ha consentito anche di parlare di musica: membro del corpo bandistico Città di Offida, fondato aveva appreso da piccolo le prime nozioni di musica che applicava al corno. In suo onore, il maestro Nazzareno Allevi compose un’opera musicale, la marcia sinfonica Scultorea, che tutti i presenti hanno potuto ascoltare grazie alle musiciste e ai musicisti del corpo bandistico oggi diretto dal maestro Eldo Zazzetta.

I brani sono stati alternati alle parole del maestro che, con grande generosità, ha tenuto una vera e propria lezione sulla marcia: undici parti in cui le note diventano linguaggio vivo. La tecnica, l’armonia, le ombre, la personalità, la gloria, ognuna di esse racconta un aspetto dell’arte scultorea o della figura dell’artista.

Non sono mancati anche racconti di vita e di amicizia. «Oltre a mio padre, è stato Aldo a trasmettermi l’amore per la musica» così ricorda Giancarlo Premici, presidente del corpo bandistico e amico di Sergiacomi. Arte, musica e parole. Una pluralità di linguaggi attraverso i quali la fondazione continua con entusiasmo a portare avanti il lavoro culturale che Sergiacomi aveva iniziato sul territorio, la testimonianza della sua grande abilità artistica e la valorizzazione del lavoro inteso come espressione della persona.

Un obiettivo ambizioso sul quale si continua a lavorare anche grazie all’appoggio dell’Amministrazione Comunale di Offida, per l’occasione rappresentata dall’assessore alla cultura Isabella Bosano, che segue e sostiene la nostra attività sul territorio.

Durante la sua riflessione, Radic ha paragonato gli artisti ai chicchi di una collana. Quando qualcuno viene a mancare i chicchi non vanno persi, la collana si ricompone grazie al ricordo e alla memoria della comunità. La Fondazione Lavoroperlapersona vuole provare ad essere quel collante che ricompone la collana.


Autrice:

Veronica Trasarti è laureata in Filosofia presso l’Università di Bologna con una tesi su democrazia e disobbedienza civile e ha collaborato per un anno con la biblioteca Salaborsa. Tornata nelle Marche ha frequentato il master in Cultural Heritage Management presso l’ISTAO Business School in partnership con la Fondazione Lavoroperlapersona. Attualmente collabora con la Fondazione con l’obiettivo di valorizzare i Laboratori Didattici “Museo Aldo Sergiacomi”.  

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