Offida, parte il 7° Film Festival della Fondazione Lavoroperlapersona: "Accendere il motore della speranza". L'ex ministro Giovannini: "Abbiamo bisogno di cavalieri Jedi"
E' iniziata al Teatro Aureo di Offida la settima edizione del Film Festival della Fondazione Lavoroperlapersona ETS, un appuntamento ormai consolidato che ogni anno richiama studiosi, amministratori, imprenditori e cittadini per riflettere sui grandi cambiamenti della società. Il tema di quest’anno, potente e provocatorio, è: “In retromarcia? Accendere il motore della speranza per non fermare la trasformazione della sostenibilità”. Un titolo che è già una domanda: stiamo davvero andando indietro? E se sì, come possiamo ritrovare la strada giusta per un futuro più equo e sostenibile?
Un mondo in crisi di riferimenti
“Viviamo un’epoca di profondi mutamenti, dove molti dei pilastri del Novecento – come l’ordine multilaterale, la fiducia nella democrazia e i diritti umani – sembrano vacillare. È proprio in momenti come questi che diventa fondamentale fermarsi a riflettere, interrogarsi, fare comunità”. Così Maria Cristina Origlia fa il resoconto dell’anno passato e dà inizio ai lavori della Fondazione che, anche quest'anno, si pone come luogo in cui costruire senso e speranza. “La democrazia non è più percepita come garanzia di libertà,” ha sottolineato Origlia, “e i diritti umani non possono più essere considerati acquisiti una volta per tutte. Le disuguaglianze economiche, ad esempio, sono un indicatore chiaro di questo squilibrio: in Europa il 10% della popolazione detiene un terzo del reddito ed è proprietaria della metà dei beni”. Serve un'evoluzione del capitalismo, un cambiamento di paradigma. A dirlo con forza è Enrico Giovannini, economista ed ex ministro, che ha partecipato all’incontro con una riflessione lucida e articolata sulla sostenibilità. E passa la parola al il presidente della Fondazione Gabriele Gabrielli che ha sottolineato l’importanza di costruire reti di incoraggiamento e senso: “Ci affacciamo al 15simo anno della Fondazione, perché lo facciamo? Per rivederci, per condividere la speranza, anche solo questo basterebbe. Perché abbiamo bisogno di sostegno per portare avanti la nostra azione trasformativa”.
Massa: “Ricominciare dalle comunità”
Anche Luigi Massa, sindaco di Offida, ha voluto offrire il proprio contributo: “Sì, forse siamo davvero in retromarcia. Ma possiamo anche decidere di usare questa posizione per ripartire con slancio. Questi momenti di riflessione servono a ritrovare fiducia e senso, a ricostruire una speranza attiva.” Il sindaco di Offida crede che la risposta può venire, non a caso, dalle piccole comunità, dove i valori della condivisione, del rispetto e della cura reciproca sono ancora vivi. “Senza l’energia personale – ha affermato – i cambiamenti sistemici in economia, politica e società non saranno mai duraturi. Per questo dobbiamo tornare a dire con chiarezza che 'non va tutto bene', ma non per lamentarci: per agire.”
Sviluppo sostenibile o insostenibilità programmata?
L'ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Enrico Giovannini entra nel vivo, chiarendo che "la sostenibilità è viva e lotta insieme a noi", ma anche che "le sfide restano immense". “Lo sviluppo sostenibile,” ha proseguito, “è l’unico modo per evitare uno sviluppo insostenibile, quello che purtroppo stiamo già vivendo.” Il vero conflitto in corso oggi è tra diversi modelli di capitalismo, tra chi concentra la ricchezza nelle mani di pochi e chi promuove una maggiore equità e responsabilità sociale. Anche il tema fiscale torna centrale. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito, prima degli anni ’80, le imposte di successione raggiungevano aliquote del 90%. Oggi, invece, vediamo aumentare i patrimoni mentre i redditi stagnano. “Una redistribuzione più equa,” sostiene Giovannini, “non è un’utopia socialista: è un prerequisito per la coesione sociale". Enrico Giovannini ha ripercorso anche il quadro legislativo e istituzionale italiano, ricordando come la nostra Costituzione sia stata aggiornata per includere la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi tra i doveri fondamentali della Repubblica (articolo 9) e per stabilire che l’iniziativa economica non può svolgersi contro la salute e l’ambiente (articolo 41) anche grazie all'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASvIS), che Giovannini ha contribuito a fondare.
Giovannini: "La sostenibilità è viva e lotta insieme a noi"
C’è, tuttavia, un abisso tra le narrazioni pubblicitarie e la realtà. “Tutti parlano di sostenibilità,” ha osservato Giovannini, “ma poche imprese la praticano davvero.” Quelle che l’hanno fatto seriamente, però, hanno ottenuto maggiore competitività e forza sul mercato. Questo dimostra che un altro modello economico è possibile. “Non farti rovinare il presente da un passato che non ha futuro,” ha concluso. È con questo spirito che la l'ASvIS lancia il nuovo progetto “Ecosistema Futuro”, un invito a tornare a pensare al domani, a formarsi, a informarsi, a non perdere mai la voglia di cambiare il mondo. E come in ogni buona storia, c’è spazio anche per la metafora epica: “Abbiamo bisogno di nuovi cavalieri Jedi. Ognuno di noi può esserlo.”
“La sostenibilità non è un’utopia. È l’unica possibilità concreta che abbiamo,” ha dichiarato Giovannini. “Il reddito, la salute, l’educazione: sono frutti di un capitalismo che, per decenni, ha pensato solo alla massimizzazione dei consumi e della ricchezza. Ma oggi sappiamo che quel modello non è più sostenibile, né ambientalmente né socialmente.” Se tutta la popolazione mondiale consumasse come gli Stati Uniti, ha ricordato, avremmo bisogno di quattro pianeti. E se invece volessimo restare entro i cosiddetti “limiti planetari”, dovremmo vivere con l’impronta ecologica media del Botswana. La via non è la “decrescita felice”, ma uno sviluppo sostenibile che riesca a conciliare crescita e giustizia intergenerazionale. È questo l’obiettivo dell’Agenda 2030, firmata nel 2015 da quasi tutti i Paesi del mondo, che punta a eliminare povertà e disuguaglianze, a promuovere l’energia rinnovabile e a proteggere l’ambiente. Ma i dati più recenti mostrano un arretramento, complice anche la pandemia e il riemergere di conflitti globali. “Nel mondo,” avverte Giovannini, “sta crescendo una spinta regressiva da parte di poteri economici e politici, soprattutto negli Stati Uniti. Dopo anni di impegno delle imprese per i diritti umani e l’ambiente, ora si cerca di smantellare quegli stessi progressi.”