Film Festival Offida 2013 – Introduzione del presidente Gabriele Gabrielli

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Introduzione al Film Festival Offida, 9 maggio 2013

di Gabriele Gabrielli, Presidente Fondazione Lavoroperlapersona

Santa Maria della Rocca. Gabriele Gabrielli |Presidente Fondazione Lavoroperlapersona

Buona sera a tutti e un caloroso benvenuto al Film Festival Offida 2013 da parte della Fondazione Lavoroperlapersona.

Grazie per la vostra presenza qui, in questa cornice meravigliosa di storia, cultura e arte, che testimonia attenzione e interesse verso i temi e le finalità della Fondazione.

Quello che apriamo stasera è il secondo evento culturale ed educativo molto impegnativo che  – per la sua complessità editoriale e per le dimensioni organizzative richieste – che realizziamo da quando siamo nati a giugno del 2011. Nove mesi fa, infatti, eravamo alla fine di settembre del 2012, sempre in questa straordinaria chiesa celebravamo l’apertura del primo Seminario Interdisciplinare sull’Accoglienza, per discutere di diversità e approfondire le sue sfide.

E’ stata l’occasione per condividere le ragioni e i valori della Fondazione Lavoroperlapersona, soprattutto le motivazioni che ispirano le sue iniziative, tracciando il sentiero del nostro impegno nei campi dell’educazione, della formazione e ricerca, della promozione culturale del lavoro a servizio della persona. Spero allora che queste tre giornate possano rappresentare un’ulteriore occasione per continuare su questa strada. Mi auguro anche che questo Film Festival, a quanti tra voi non ci conoscono, offra uno spazio temporale per approfondire i progetti su cui stiamo lavorando, conoscere le persone che collaborano con la Fondazione, che ringrazio tutte di cuore,  e visitare la nostra sede, a pochi passi dalla splendida Piazza del Popolo.

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L’idea di organizzare un Film Festival per dedicarlo al lavoroperlapersona è di Pino Varchetta che mi ha proposto di lavorare a questo progetto – prendendomi alla sprovvista, in verità – proprio a settembre scorso, a margine dei lavori del seminario sulla diversità. Colgo l’occasione per ringraziarlo, così come saluto e ringrazio Dario D’Incerti e Sergio Di Giorgi che, insieme, hanno condiviso la responsabilità della direzione artistica della parte cinematografica del Film Festival.

Discussione della direzione artistica del Film Festival con il regista del film ‘Sta per piovere’ Haider Rashid, moderata da Francesca Panzica.

In questo saluto di apertura, non posso tralasciare un altro aspetto per noi molto significativo. La circostanza, cioè, che tutte le nostre iniziative come questo Film Festival, che realizzeremo con cadenza biennale, i Seminari Interdisciplinari sull’Accoglienza con cadenza annuale e i progetti educativi della Fondazione rivolti ai bambini, ai giovani, ai ricercatori e ai cittadini, trovano il convinto patrocinio e il sostegno del Comune di Offida. Una vicinanza innanzi tutto ai valori della Fondazione, ma anche un sostegno concreto, che testimoniano come sia possibile intrecciare in un lavoro condiviso le idee e le risorse di amministratori e cittadini, di privato e pubblico, di istituzioni e comunità che animano la società civile. Rivolgo un grazie sentito e doveroso, dunque, al Sindaco, Valerio Lucciarini de Vincenzi e all’Amministrazione tutta, al Vice Sindaco Piero Antimiani, all’Assessore alla cultura Gianpietro Casagrande che sono qui e che saluto cordialmente.

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Perché dunque questo Film Festival? Le ragioni sono molteplici, trovano tutte però un filo comune nell’approccio con cui la Fondazione guarda ai suoi fini istituzionali testimoniando convinzioni come queste:

  • che il lavoro è espressione della persona,
  • il valore dell’altro e il rispetto della diversità,
  • l’apertura e interculturalità intese come infrastruttura dell’agire sociale,
  • il paradigma dell’accoglienza e dell’inclusione,
  • il significato e il valore della gratuità per l’economia e per la società.

Per far questo ricorriamo ai diversi linguaggi con cui la persona, fine e non strumento, esprime e realizza talenti e creatività. Nelle nostre iniziative culturali ed educative ci sono, infatti:

– l’arte e le sue espressioni, come la pittura, il disegno e la scultura (del resto la Fondazione ha sede in un luogo di arte, ossia nei Laboratori didattici ‘Museo Aldo Sergiacomi’, artista e scultore offidano),

  • c’è la musica e il canto;
  • c’è la fotografia;
  • c’è il pensiero filosofico e quello delle altre scienze umanistiche e sociali;
  • c’è il linguaggio dell’intraprendere, c’è quello dell’organizzare e gestire persone, conoscenza e risorse;
  • c’è il linguaggio della mano e quello della mente;
  • c’è quello della tecnica e quello dell’anima.

Sono linguaggi antichi e moderni. Sono linguaggi anche contemporanei, attraverso cui l’uomo progredisce, sempre. Sono i linguaggi attraverso i quali:

  • si rinnovano continuamente tribolazioni e gioie, aspettative e speranze,
  • si anima la discussione sulla consistenza delle capacità delle persone e sulle loro forme,
  • si dà voce, talvolta, alla protesta e allo sconcerto per l’incuria con cui trattiamo beni comuni, come la fiducia e i diritti di cittadinanza.

Santa Maria della Rocca. Apertura mostra fotografica: ‘Lavoro, Apprendimento, Accoglienza’

Sono linguaggi che esprimono tutti la creatività dell’uomo, offrono il suo lavoro mostrandole nelle molteplici forme e fatture che può assumere, rendendone evidente la sua finalità sociale e di condivisione.

Qualche volta questi linguaggi diventano più silenziosi e, quando questo accade, ci rendiamo conto ancora di più quanto siano essenziali per l’uomo. Il tempo che viviamo è certamente un tempo in cui, lavorando su quest’immagine, il silenzio è più forte e fastidioso, perché il lavoro – espressione della persona – manca e quello che abbiamo sembra sottotono. Anche quando c’è sembra che gli manchi la voce, che si fa debole e affaticata. Raramente porta sorriso, è un lavoro triste, più spesso infatti arreca preoccupazione per sé e per gli altri.

E’ proprio in questi momenti che non riusciamo più a nascondere le nostre fragilità. Ci scopriamo nudi. Come se qualcuno, all’improvviso, avesse alzato il coperchio di un vaso dove stavamo rinchiudendo maldestramente, da molto tempo, alcune verità sull’uomo e sul vivere civile. Insomma, sulla nostra esistenza. Ora, sollevato il coperchio, stiamo diventando più consapevoli di molte cose, per esempio

  • che la finanza deve ritornare a fare il mestiere che le è proprio, ossia sostenere i progetti di sviluppo, e  non speculare sugli altri
  • che accettare di essere sudditi della dittatura del PIL e del tornaconto individuale non porta da nessuna parte
  • che la dignità della persona e la sicurezza del lavoro non possono essere in alcun modo monetizzate
  • che l’economia e il lavoro non possono essere ridotti a mercato, perché c’è molto altro.

Santa Maria della Rocca. Apertura Film Festival Offida 2013

Senza girarci troppo attorno stiamo comprendendo che l’azione dell’economia e quella dei suoi soggetti devono avere dei limiti morali. Perché l’economia “ha bisogno dell’etica per il suo corretto funzionamento”. Perché la concezione della vita sociale e di quella economica guidate dalla logica dello scambio degli equivalenti, negherebbe qualunque espressione di solidarietà, di dono e reciprocità.

Ci facciamo così sempre più persuasi che dal quel silenzio e dal clima sottotono in cui siamo precipitati non si esce con un’etica qualunque. Perché anche il capitalismo sfrenato, quello senza “se” e senza “ma”, ha una sua etica. Anche l’individualismo arrogante ne ha una propria. Solo che ci portano fuori strada. Occorre invece un’etica diversa, un’etica “amica” della persona. Soltanto da quest’ultima può nascere quel lavoro che oggi manca e che, anche quando c’è, appare sottotono e senza sorriso. Occorre altro. Servono atteggiamenti e comportamenti diversi, i soli capaci di sviluppare un lavoro di lunga durata, perché fondato sulla dignità della persona e sulla giustizia sociale.

E’ anche vero, però, che la scoperta delle nostre fragilità ci porta anchesperanza. Una speranza alimentata da una maggiore consapevolezza e anche dalla testimonianza di tante storie e opere che spesso restano invisibili, nascoste dentro quel vaso di menzogne di cui vogliamo invece sbarazzarci.

Santa Maria della Rocca. Concerto Euphonia Brass Quartet

Ecco che si chiariscono, allora, le ragioni del nostro essere qui, ossia le motivazioni di questo Film Festival. Lo abbiamo scritto nel titolo, siamo qui per intrecciare, con un’azione individuata mentre sta accadendo e quindi nel suo svolgimento, fragilità e speranza. Durante le tre giornate molto dense che trascorreremo insieme, vorremmo condividere questo ricorrendo a tanti linguaggi, cominciando da quello del cinema. Non solo cinema, però. Perchè saranno tre giornate durante le quali intrecciare altri percorsi narrativi come la musica, il canto, la fotografia, la filosofia.

Con la narrazione di questo Film Festival, concludendo, vogliamo affermare che la speranza ci appartiene, appartiene a chi un lavoro ce l’ha, ma anche e soprattutto a chi l’ha perduto o non riesce ancora a trovarlo. Ci piace guardare alla speranza, poi, come a un bene che non ha età, come le fragilità con cui s’intreccia. Perché la speranza appartiene ai giovani e agli adulti. Ai bambini e agli anziani.  La speranza, per dirla con un’espressione cara alla Fondazione Lavoroperlapersona, è accogliente per definizione. Nessuno può sottrarla loro, nessuno può “rubarla”. Nessuno inoltre ha il diritto di manipolarla piegandola a fini diversi da quello dello sviluppo della persona e del vivere comunitario.

Nelle giornate del Film Festival vogliamo condividere tutto questo e l’idea che la speranza ci appartiene innanzi tutto come cittadini, perché anch’essa è un bene comune.

 

Gabriele Gabrielli è Presidente della Fondazione Lavoroperlapersona e docente di Organizzazione e gestione delle risorse umane all’Università LUISS Guido Carli e all’Università Politecnica delle Marche (sede di San Benedetto del Tronto) E’ Direttore del programma Executive MBA della Luiss Business School. Giornalista pubblicista, formatore e coach, i suoi ambiti di attività riguardano la consulenza, ricerca e educazione nel campo dello sviluppo organizzativo, leadership e risorse umane. Tra i suoi volumi più recenti ci sono (con Profili S.), Organizzazione e gestione delle risorse umane, Isedi, Torino, 2012;  Post–it per ripensare il lavoro, Franco Angeli, Milano 2012; People management, Franco Angeli, Milano 2010.

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