Incontri EllePì – Lavoro e cultura strumenti di democrazia e di inclusione

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È possibile intervenire per mettere un freno alla sempre più evidente mancata integrazione del cittadino nella società? Quali dovranno essere le policy pubbliche e le pratiche sociali idonee a costruire ambienti dove la persona possa esprimere la sua personalità e operosità, la sua creatività e socialità? Sono queste le domande che hanno guidato Incontri EllePì di giovedì 26 aprile presso le Officine Culturale Ergot di Lecce. L’incontro, dal titolo Lavoro e cultura strumenti di democrazia e di inclusione, si è svolto a margine del convegno Dialoghi sulla democrazia sovranazionale organizzato dal Dipartimento di Studi Giuridici della Università del Salento. 

L’incontro è stato dedicato alla valorizzazione del lavoro in carcere e della cultura nella prospettiva di un’economia e di una società inclusive, capaci di dare fiducia alle persone e assecondare il percorso di umanizzazione della società. È innegabile, infatti, che la nostra epoca viva molte “emergenze”, una di queste riguarda la crescente esclusione di fasce sempre più consistenti della popolazione dalla partecipazione attiva ai sistemi sociali, economici, politici e culturali.

Il rischio della marginalizzazione e della povertà – non solo economica, ma soprattutto antropologica e culturale – è un tema che deve occupare le agende di molti soggetti perché le sue implicazioni sono drammatiche per la società. Per il profilo antropologico e culturale che la qualifica, affrontare questa emergenza richiede un approccio che assicuri un concreto impatto sulle fasce della popolazione a rischio di esclusione. Lavoro e cultura, per questo, rappresentano fattori fondamentali per la costruzione dell’identità della persona e per la sua concreta espressione.

In questo senso, è impossibile non sottolineare il valore altamente inclusivo del lavoro in carcere, non solo per la sua capacità di abbattere la recidiva, ma perché permette il reinserimento sociale dei detenuti dando speranza e valore al loro futuro. Un tema assai caro alla Fondazione approfondito anche in un appuntamento del 2016 dal titolo Il valore del lavoro in carcere: accogliere oltre le sbarre. Perché il lavoro in carcere – grazie all’appassionata narrazione di Luciana delle Donne testimonia efficacemente cosa vuol dire lavoroperlapersona, sottolineando l’urgente necessità di ripensare il carcere come un luogo “generativo” – e non come uno spazio in cui si consuma la punizione del colpevole in una arida cella di 6m2 – per ritornare a trattare i detenuti come persone. 

Riscoprirsi cittadini ritornando a essere persone, dunque, è possibile; una possibilità che diviene concretezza quando si riflette sul valore della cultura come fattore insostituibile per abilitare la partecipazione effettiva alla vita di una comunità. Insieme al lavoro, infatti, la cultura – come sottolinea Antonella Agnoli – permette alla persona di essere consapevole dei propri diritti civili e democratici, consentendo così ad ognuno di esprimere pienamente il suo essere cittadino. La cultura, dunque, come creatrice di senso, una risorsa lasciata ai margini dalla crisi economica e culturale dei “ceti medi”, allontanatasi sempre più dall’arte e dalla lettura; una cultura che nemmeno lambisce la massa, spesso invisibile, di migranti sistematicamente esclusi dai percorsi di umanizzazione della società.   

Ma come possiamo, in concreto, attivare percorsi virtuosi di partecipazione e consapevolezza attraverso il patrimonio artistico? Innanzitutto, evitando di pensare alla cultura solo come “attrazione turistica” – afferma Paolo Montemurro – ma come uno strumento capace di generare valore prima di tutto antropologico e sociale. Grazie alla rete di relazioni locali e la capacità di intercettare fondi di progettazione europea, il consorzio Matera Hub sta contribuendo alla crescita culturale del territorio con esperienze molto interessanti: Get close to opera, un progetto europeo di inclusione che utilizza la forma culturale dell’Opera; Fake it till you make it,  un laboratorio di soft skill attraverso il teatro; The Silent Academy, che crea occasioni di lavoro e di sviluppo economico per le comunità locali anche attraverso l’inclusione dei migranti. 

Incontri EllePì di Lecce è stata una bella occasione per la Fondazione Lavoroperlapersona per rinnovare il suo impegno nel campo della promozione culturale, promuovendo una riflessione a più voci sul valore della cultura e del lavoro come strumenti di inclusione e democrazia. Un’occasione per anticipare la Festa del 1° maggio e di cui dobbiamo ringraziare tutti coloro che hanno contribuito a rendere possibile questa nostra presenza nel Salento e in particolare: il dott. Mauro Spedicati, che avevamo avuto il piacere di conoscere in occasione della Summer School 2017 della Fondazione Lavoroperlapersona sui Beni relazionali, la prof.ssa Susanna Cafaro e il prof. Saverio di Benedetto, Coordinatori scientifici del Convegno.

 

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