Incontri EllePì – Industria 4.0 e Occupazione: più o meno lavoro?

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I robot fanno paura a molti, non solo per i scenari spesso apocalittici cui ci hanno abituato le opere di fantascienza ma, molto più nel concreto, anche dai rischi di disoccupazione tecnologica che ad essi viene associata. Secondo un recente studio della società di consulenza McKinsey – condotta a livello globale su 46 Paesi – emerge come il 49% delle attività odierne, potrà essere automatizzata usando «tecnologie già sperimentate» da qui al 2030. Questa transizione non coinvolgerà solamente i lavori manuali, ma anche questi settori – come la finanza, la sanità ed il commercio – che, tradizionalmente, sentiamo essere più al sicuro dalla colonizzazione dei robot.

Ma di fronte a queste previsioni più allarmistiche, emerge anche la voce di chi immagina che, dopo una inevitabile fase di transizione, la tecnologia e i robot creeranno come sempre anche nuova occupazione e il fabbisogno di nuove competenze la necessità. Secondo uno studio dell’OCSE e dell’Institute for the Study of Labour (IZA) del 2017, si calcola che i lavori davvero a rischio saranno “solo” l’8-10%, mentre un altro 20-25% – caratterizzato comunque da un tasso di automazione tra il 50 e il 70% – non sparirà ma cambierà radicalmente. Il punto, dunque, non è quanti lavori verranno sostituiti dai robot e quanti invece ne verranno creati, ma quanta diversità sarà prodotta dall’innovazione tecnologica: la vera sfida che abbiamo davanti, semmai, è colmare il gap delle competenze.

In questo scenario in cui si fronteggiano visioni pessimistiche e ottimistiche, dobbiamo, fin da ora, interrogarci per immaginare pratiche e policy organizzative adeguate: quali saranno le nuove professionalità dell’economia 4.0? Come potremo riorganizzare le competenze di chi lavora per non escluderli dall’occupazione? Riusciremo a impedire l’esclusione delle fasce più deboli dalla forza-lavoro?

La Fondazione Lavoroperlapersona dedica il suo secondo Incontri EllePì di Roma al destino dell’occupazione nell’epoca dei robot, un destino ancora incerto, ma che ci interroga come un compito da affrontare al più presto. Comprendere, fin da ora, le trasformazioni del lavoro nell’industria 4.0, infatti, significa comprendere in che modo governare e progettare l’innovazione, affinché l’umano possa continuare a fiorire nel lavoro e nell’economia, rendendolo protagonista della sua storia.

PROGRAMMA

Introduce

Gabriele Gabrielli, Presidente Fondazione Lavoroperlapersona

Ne discutono:

Paolo Naticchioni, professore associato di Economia internazionale presso il dipartimento di Scienze Politiche di RomaTre, membro dell’IZAIstitute of Labor Economics

Paolo Spagnoletti, professore associato di Organizzazione Aziendale presso il Dipartimento di Impresa e management della Università LUISS Guido Carli.

 

 

 

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